Il grosso errore di zia Marge
Quando Harry scese a colazione la mattina dopo, trovò i tre Dursley già seduti al tavolo di cucina a guardare la televisione. L’apparecchio era nuovo di zecca, un regalo di fine scuola per Dudley, che si era sempre lamentato del lungo tragitto dal frigo alla tivù del salotto. Dudley aveva passato gran parte dell’estate in cucina, masticando ininterrottamente, con i piccoli occhi porcini fissi sullo schermo e i cinque doppi menti che tremolavano.
Harry sedette tra Dudley e zio Vernon, un omone bene in carne con il collo cortissimo e folti baffi. Nessuno si sognò di augurare buon compleanno a Harry, anzi nessuno dei Dursley diede segno di accorgersi che fosse entrato in cucina, ma Harry ci era toppo abituato per farci caso. Prese una fetta di pane tostato e guardò il mezzobusto sullo schermo: parlava di un detenuto evaso…
“Black è armato ed estremamente pericoloso. È stata attivata una linea telefonica speciale, e chiunque lo avvisti è pregato di comunicarlo immediatamente alle autorità”.
“È chiaro che è un delinquente” bofonchiò zio Vernon fissando l’ex prigioniero da sopra il giornale. “Guardatelo un po’, guardate com’è sporco! E i capelli, poi!”
Scoccò un malevolo sguardo obliquo a Harry, la cui chioma ribelle lo aveva sempre molto infastidito. Ma in confronto all’uomo sullo schermo, il volto magro incorniciato da un groviglio sporco che gli arrivava alle spalle, Harry si sentì molto ordinato.
Ricomparve il mezzobusto.
“Il Ministero dell’Agricoltura e della Pesca annuncerà oggi…”
“Ehi!” abbaiò zio Vernon, fissando furente il giornalista. “Non ci hai detto da dove è fuggito quel maniaco! Che razza di modo è? Quel pazzo potrebbe spuntare qui intorno da un momento all’altro!”
(Traduzione di Beatrice Masini)